Violenza di genere: cos’è, come si manifesta e come intervenire
- Giovanni D'Amato
- 22 set
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 8 ott
La violenza di genere è qualsiasi forma di violenza rivolta a una persona in quanto appartenente a un determinato genere. Si esprime attraverso danni fisici, sessuali, psicologici o economici e può colpire sia nella sfera pubblica che privata. Un esempio molto diffuso è la violenza domestica, che si verifica all’interno della famiglia o della coppia, sia attuale che passata.
I termini “violenza di genere” e “violenza contro le donne” vengono spesso utilizzati come sinonimi, poiché la maggior parte delle vittime sono donne e la maggior parte degli autori uomini. Questo fenomeno affonda le radici negli squilibri di potere tra i sessi e nelle discriminazioni culturali e sociali.

Forme di violenza di genere
Le manifestazioni della violenza di genere sono molteplici. Tra queste troviamo:
Femminicidio e aggressioni fisiche
Stupro e molestie sessuali
Violenza psicologica (minacce, insulti, diffamazioni, manipolazioni)
Violenza economica (controllo o privazione delle risorse finanziarie)
Alcune pratiche, come le mutilazioni genitali femminili o i matrimoni forzati, rappresentano gravi violazioni dei diritti umani. Anche la diffusione non consensuale di immagini intime o l’uso di contenuti manipolati a sfondo sessuale rientrano tra le nuove forme di abuso.
I numeri della violenza sulle donne
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, una donna su tre oltre i 15 anni ha subito episodi di violenza legati al genere.
In Italia, i dati Istat evidenziano che:
il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni ha subito violenza fisica o sessuale;
il 20,2% ha subito violenza fisica;
il 21% ha subito violenza sessuale;
il 5,4% ha subito le forme più gravi come lo stupro o il tentato stupro.
Le forme più gravi sono spesso esercitate da partner o ex partner: nel 62,7% dei casi gli stupri sono commessi dal compagno, nel 3,6% da parenti e nel 9,4% da amici. Gli sconosciuti, invece, sono autori principalmente di molestie sessuali.
La violenza psicologica e digitale
La violenza non si limita ai danni fisici. La violenza psicologica può essere devastante quanto quella fisica, e comprende umiliazioni, minacce, ricatti e molestie.
Con la diffusione dei social network e degli smartphone, è cresciuta anche la cyberviolenza. Le donne sono le principali vittime di:
messaggi offensivi o sessualmente espliciti non richiesti;
molestie tramite chat e social;
cyberstalking;
diffusione di immagini intime senza consenso.
Particolarmente preoccupante è l’uso delle tecnologie deepfake, che permettono di manipolare video e immagini creando contenuti falsi a sfondo sessuale.
Casi recenti di violenza online
Episodi come quello del gruppo Facebook “Mia Moglie”, rimosso da Meta per sfruttamento sessuale di adulti, o del sito Phica.eu, che diffondeva immagini di donne senza consenso, mostrano come la violenza digitale sia una minaccia crescente.
La vicenda ha coinvolto anche donne note, come giornaliste e figure politiche, e ha suscitato forte indignazione pubblica. La ministra per la Famiglia e le Pari Opportunità, Eugenia Roccella, ha annunciato nuove misure per monitorare e contrastare questi fenomeni, definiti una vera e propria “barbarie del terzo millennio”.
Come riconoscere una donna vittima di violenza
Spesso chi è vicino a una vittima non sa come comportarsi. Alcuni indicatori possono però aiutare a riconoscere una situazione di abuso:
Psicologici: ansia, attacchi di panico, depressione, perdita di autostima, senso di colpa.
Comportamentali: assenze frequenti dal lavoro, paura di uscire di casa, spiegazioni poco credibili su ferite, isolamento sociale.
Fisici: lividi, fratture, ustioni, cicatrici, aborti spontanei o disturbi alimentari.
L’unico modo certo per saperlo è chiederlo direttamente, in un contesto sicuro e rispettoso.
Come aiutare una donna vittima di violenza
Per sostenere una donna vittima di violenza occorre:
informarsi sulle dinamiche della violenza di genere;
evitare di dare consigli affrettati;
rivolgersi a un centro antiviolenza;
in caso di pericolo immediato, chiamare subito le forze dell’ordine.
Quando ascolti la sua storia:
dedica tempo e attenzione;
rassicurala che credi alle sue parole;
non stupirti se prova sentimenti contrastanti verso il partner;
ricordale che la colpa è sempre di chi compie violenza;
evita domande giudicanti come “perché non lo lasci?”;
non prendere decisioni al posto suo;
sostienila nella protezione di sé stessa e dei figli.
Numeri utili da contattare
In caso di emergenza, i riferimenti da chiamare sono:
1522: numero nazionale antiviolenza, gratuito, attivo 24/7 e multilingue;
112: Carabinieri;
113: Polizia;
118: emergenza sanitaria.
Parlare di violenza di genere non è solo informazione, ma responsabilità collettiva. Nessuno dovrebbe vivere nella paura o nel controllo. Riconoscere i segnali e sostenere le vittime è il primo passo per costruire una società più giusta.
Se hai vissuto o conosci qualcuno che affronta queste situazioni, ricorda che esistono strumenti sicuri e riservati per chiedere aiuto. Oggi anche la tecnologia offre soluzioni utili, come app di protezione personale, pensate per supportare chi è in pericolo.




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