Come comportarsi in situazioni di pericolo: guida pratica e psicologica
- Giovanni D'Amato
- 14 set
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 23 set
Conosciamo davvero le nostre reazioni?
Spesso siamo convinti di sapere esattamente come ci comporteremo in caso di emergenza. Questa sicurezza guida le nostre decisioni quotidiane e rafforza le aspettative che nutriamo sia verso noi stessi che verso le persone care. Tuttavia, questa percezione riguarda per lo più situazioni ordinarie. In circostanze estreme, nessuno può davvero prevedere in anticipo come reagirà, anche se ha già vissuto eventi simili.

I fattori che influenzano la risposta al pericolo
La reazione a un’emergenza non è mai identica per tutti, ma dipende da molteplici fattori combinati. Contano lo stile personale di fronteggiamento, la gravità dell’evento, le esperienze precedenti e il contesto. Alcuni elementi risultano particolarmente determinanti:
quanto l’evento arriva inaspettato,
quanto sembra minacciare la vita propria o altrui,
quanto ci si sente in grado di intervenire,
se si attribuisce la causa a sé stessi o ad altri,
se la situazione mette a rischio la propria identità personale e sociale.
Le emozioni che emergono davanti a un pericolo
Un evento improvviso e percepito come altamente minaccioso scatena emozioni intense che rendono difficile mantenere lucidità. La sorpresa negativa può generare uno stato di shock e confusione. La rabbia, invece, può trasformarsi in energia utile per reagire oppure esplodere in comportamenti distruttivi. Il dolore può indurre negazione dell’accaduto, oppure stimolare la volontà di lottare per proteggere sé stessi o gli altri.
La paura e le sue diverse manifestazioni
La paura è una delle emozioni più potenti in caso di pericolo e può manifestarsi in modi opposti:
panico e fuga istintiva, spesso seguendo la folla senza valutare la direzione,
blocco totale, che immobilizza mente e corpo impedendo ogni reazione,
risposta lucida e razionale, in cui la paura diventa motore per analizzare e agire. Quest’ultima è la più efficace, ma anche la più rara: dopo l’emergenza, comunque, possono insorgere forti reazioni emotive.
La teoria del 10-80-10
Secondo John Leach, psicologo dell’Università di Portsmouth, solo il 10% delle persone riesce a reagire con lucidità durante un’emergenza. L’80% rimane bloccato dalla confusione e il 10% mette in atto azioni dannose. Questo modello, noto come teoria del 10-80-10, evidenzia quanto sia difficile mantenere calma e controllo sotto pressione.
Attacco o fuga: la risposta biologica del corpo
Davanti a un pericolo, il corpo attiva due sistemi chiave: il sistema nervoso autonomo e l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene. Questo processo scatena adrenalina e cortisolo, aumentando battito cardiaco e respirazione, bloccando la digestione e liberando energia muscolare. È la classica reazione di “fight or flight” (attacco o fuga). Tuttavia, come spiega la psicologa Sarita J. Robinson, questi cambiamenti possono ridurre l’efficacia della corteccia prefrontale, ovvero la parte del cervello che elabora decisioni e strategie.
Tre abilità fondamentali per gestire le emergenze
1. Consapevolezza della situazione
Saper costruire una rappresentazione chiara di ciò che accade è essenziale. Significa osservare attentamente il contesto, interpretare i segnali critici, leggere le emozioni degli altri e capire se siano un aiuto o un ostacolo. Una mappa mentale accurata permette di agire con più efficacia e di cogliere soluzioni alternative.
2. Resilienza
La resilienza è la capacità di affrontare positivamente le difficoltà. Le ricerche mostrano che chi vede i cambiamenti come sfide stimolanti, mantiene un atteggiamento attivo e sa adattarsi ha maggiori probabilità di reagire con efficacia. La resilienza nasce dalla fiducia nelle proprie capacità e dalla percezione di non essere vittime passive degli eventi.
3. Autocontrollo
Il segreto non è eliminare la paura, ma non temerla. Chi riesce a interpretare i segnali fisici dell’ansia come naturali, anziché negativi, trasforma lo stress in risorsa. Una moderata attivazione fisiologica aumenta concentrazione e attenzione. Inoltre, mantenere autocontrollo in situazioni collettive aiuta anche gli altri: la calma diventa contagiosa e rafforza il gruppo.
Il supporto delle app di sicurezza personale
Oggi la tecnologia rappresenta un alleato importante nelle emergenze. Le app di sicurezza personale sono progettate per fornire un aiuto immediato quando ci si sente in pericolo. Questi strumenti permettono di inviare segnali rapidi a persone fidate o ai soccorsi anche senza poter parlare.
Perché le app sono utili in caso di emergenza
Aiutano nei momenti di shock: consentono di lanciare un allarme anche con un gesto minimo.
Superano la confusione iniziale: offrono funzioni preimpostate come invio della posizione o chiamata automatica.
Compensano il calo di lucidità: semplificano le scelte riducendo i margini di errore.
Rassicurano chi ci è vicino: informano subito familiari e amici che possono intervenire.
Potenziano la resilienza: aumentano la percezione di controllo e riducono il senso di impotenza.
Conclusione: unire preparazione e tecnologia
Sapere come funziona la mente e il corpo in situazioni di pericolo è fondamentale per aumentare le probabilità di una reazione efficace. Allo stesso tempo, dotarsi di strumenti concreti come un’app di sicurezza personale rafforza il senso di protezione e permette di reagire in modo più rapido e mirato. Preparazione psicologica e tecnologia, insieme, diventano il miglior alleato per affrontare imprevisti e situazioni di rischio.




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