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Violenza domestica: segnali da riconoscere e come agire

Aggiornamento: 1 giorno fa

La violenza domestica è un problema di uso e profondo, che colpisce milioni di persone in tutto il mondo, in ogni contesto sociale, culturale e familiare. Non riguarda solo le donne — sebbene siano le principali vittime — ma anche uomini, bambini, anziani e persone con disabilità. È una forma di abuso che si consuma tra le mura di casa, in luoghi dove invece dovrebbero regnare amore, rispetto e protezione.


recall–violenza domestica


Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il 27% delle donne tra i 15 e i 49 anni ha subito violenza fisica o sessuale da parte del partner almeno una volta nella vita. In Italia, il rapporto ISTAT 2023 conferma che oltre 2,4 milioni di donne hanno subito violenze fisiche o sessuali. Dati allarmanti, ma purtroppo solo la punta dell’iceberg, perché molte vittime non denunciano e vivono nell’ombra, in silenzio e in solitudine. Parlare di violenza domestica non è facile, ma è fondamentale. Riconoscere i segnali, comprendere le dinamiche e sapere come chiedere aiuto può fare la di􀆯erenza, salvare vite e offrire una speranza concreta a chi si sente intrappolato.


Cos’è la violenza domestica


La violenza domestica non si limita ai maltrattamenti fisici, ma si manifesta anche in modi più

subdoli e meno evidenti. È una forma di potere e controllo esercitata su una persona da parte di un partner, un familiare o un convivente.

Le principali forme di violenza domestica sono:


  • Fisica: spinte, schiaffi, pugni, bruciature, strangolamenti o uso di oggetti per ferire.

  • Psicologica: minacce, insulti, umiliazioni, isolamento sociale, manipolazione.

  • Economica: controllo del denaro, impedire alla vittima di lavorare, gestire le risorse

    economiche.

  • Sessuale: rapporti forzati, molestie, ricatti sessuali anche all’interno di una relazione stabile.

  • Tecnologica: controllo attraverso GPS, social media, messaggi o app per spiare e monitorare.


Non bisogna confondere un litigio con la violenza. Il conflitto è parte della relazione, ma quando il dissenso diventa sistematico, intimidatorio e diseguale, siamo di fronte a un abuso.

In Italia, la Legge 69/2019, nota come “Codice Rosso”, ha introdotto misure urgenti per la tutela delle vittime, rendendo più rapido l’intervento delle autorità. Ma la legge, da sola, non basta: serve consapevolezza.


Chi sono le vittime


Non esiste un solo profilo di vittima. Chiunque può trovarsi in una relazione violenta,

indipendentemente dal genere, dall’età o dalla condizione sociale.


  • Donne: sono le più colpite, specialmente in ambito familiare. La violenza spesso si aggrava in gravidanza o dopo una separazione.


  • Uomini: sebbene meno frequente, anche gli uomini possono subire abusi psicologici, fisici o economici, e spesso trovano ancora più diffcile denunciare per via di pregiudizi sociali.


  • Bambini: anche quando non sono direttamente colpiti, assistere alla violenza ha effetti

    devastanti sullo sviluppo psicologico.


  • Anziani e disabili: sono vulnerabili all’abuso da parte di caregiver o familiari, spesso in un contesto di dipendenza.


Le vittime non sono deboli, ma spesso intrappolate da una rete complessa di fattori: paura,

vergogna, dipendenza economica ed emotiva, mancanza di alternative. È importante non giudicarle,ma ascoltarle e sostenerle.


Come riconoscere i segnali


Riconoscere i segnali di violenza domestica non è sempre semplice. Spesso il maltrattamento è graduale, silenzioso, mascherato da “gelosia”, “protezione” o “amore esagerato”.


Segnali visibili:

  • Lividi o ferite con spiegazioni vaghe o contraddittorie.

  • Abiti che coprono eccessivamente il corpo.

  • Ansia, depressione, insonnia, perdita di autostima.

  • Improvvisa chiusura sociale o lavorativa.


Segnali comportamentali:

Il partner prende tutte le decisioni, controlla ogni movimento. La persona evita di parlare liberamente o mostra paura. Cambiamenti repentini di umore, isolamento, senso di colpa costante. Secondo D.i.Re, il 60% delle donne che si rivolgono ai centri antiviolenza non riconoscono subito di essere vittime: ci vogliono mesi, a volte anni, per capire e accettare la realtà.


Perché è difficile reagire


Chi non ha vissuto una situazione simile potrebbe chiedersi: “Perché non se ne va?”. La verità è che lasciare una relazione violenta è difficile e pericoloso.


Molte vittime non reagiscono perché:

  • Temono ritorsioni: il momento della separazione è spesso il più pericoloso.

  • Dipendono economicamente dal partner.

  • Si sentono sole o colpevoli, temono di non essere credute.

  • Sperano che l’altro cambi, soprattutto nei momenti di “luna di miele”

    tra un episodio e l’altro.


È il cosiddetto ciclo della violenza: tensione, esplosione, riconciliazione. Questo schema crea

confusione e indebolisce la volontà di reagire. Per questo è fondamentale o􀆯rire supporto psicologico e strumenti concreti per pianificare un’uscita sicura.


Cosa fare se sei vittima o conosci qualcuno che lo è


Se sei una vittima:


  • Non sei sola. Non è colpa tua. La violenza non è mai giustificabile.

  • Parlane con una persona fidata: un amico, un parente, un professionista.

  • Contatta il 1522, numero gratuito e attivo 24 ore su 24, anche via chat.

  • Rivolgiti a un centro antiviolenza: troverai accoglienza, protezione e supporto legale e

  • psicologico.

  • Pianifica una via di uscita, anche gradualmente, con l’aiuto di esperti.

  • Valuta l’uso di strumenti tecnologici, come app per la sicurezza, che ti permettano di inviare

  • SOS e condividere la tua posizione in modo discreto.


Se conosci una vittima:


  • Ascolta senza giudicare.

  • Offri il tuo aiuto, anche solo come presenza.

  • Informati sui servizi disponibili e aiutala a contattarli.


Contatti utili e risorse



Parlare di violenza domestica non è solo un atto di informazione, ma anche di responsabilità

collettiva. Nessuno merita di vivere nella paura, nel controllo o nel dolore. Riconoscere la violenza, supportare le vittime, informarsi sui segnali sono i primi passi per costruire una cultura del rispetto.


Se hai vissuto una situazione simile o conosci qualcuno che potrebbe essere in pericolo, sappi che esistono strumenti e􀆯icaci per proteggersi. La tecnologia oggi offre risorse preziose e discrete, come le app di sicurezza personale, che possono essere un alleato concreto nelle situazioni critiche.


Scopri nel prossimo articolo come queste app funzionano e come possono aiutarti a sentirti

più sicuro ogni giorno.

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