Stalking: significato, legge italiana, tipologie di stalker e cosa fare se si è vittima
- Giovanni D'Amato
- 13 ott
- Tempo di lettura: 3 min
Il termine stalking indica un insieme di comportamenti e atteggiamenti messi in atto da un soggetto con l’obiettivo di perseguitare, controllare e intimorire un’altra persona. Queste condotte generano spesso ansia, paura, stress e possono arrivare a compromettere la normale vita quotidiana della vittima, causando in alcuni casi disturbi psichiatrici come depressione o disturbi d’ansia.
Chi commette questi atti è definito stalker.

Stalking e reato di atti persecutori: la legge italiana
In Italia il termine “stalking” non compare direttamente nel Codice Penale, che invece parla di reato di atti persecutori.Questa fattispecie è stata introdotta con la legge 23 aprile 2009, n. 38, che ha inserito l’articolo 612-bis c.p..
Il reato si configura quando una persona:
perseguita un’altra in modo reiterato,
genera un grave stato d’ansia o di paura,
compromette le abitudini di vita della vittima.
Origine del termine stalking
La parola stalking deriva dal verbo inglese “to stalk”, che significa camminare furtivamente. Questo richiama uno dei comportamenti tipici dello stalker: seguire la vittima di nascosto per non farsi scoprire.
Il fenomeno è stato riconosciuto solo di recente in ambito giuridico e psicologico, ma non è nuovo. Negli anni ’60, ad esempio, si parlava di star-stalking per descrivere l’assedio di fan ossessivi nei confronti di celebrità. Un caso emblematico fu quello dell’attrice Rebecca Schaeffer, uccisa nel 1989 a Los Angeles da un ammiratore con disturbi psichici.
Anche il cinema ha trattato il tema in film celebri come Attrazione fatale (1987), A letto con il nemico (1991), The Bodyguard (1992) e One Hour Photo (2002).
Tipologie di comportamenti da stalking
Gli atti persecutori possono manifestarsi in forme diverse. Tra i comportamenti più comuni troviamo:
telefonate, sms o messaggi continui a qualsiasi orario;
messaggi e commenti ossessivi sui social network;
pedinamenti e appostamenti;
danneggiamenti alle proprietà della vittima;
diffamazione o oltraggi;
minacce dirette alla vittima o ai suoi familiari;
aggressioni fisiche o sessuali.
Tutte queste condotte hanno un comune denominatore: sono persecutorie e insistenti, e finiscono per intimidire profondamente chi le subisce.
Tipologie di stalker
Non esiste una classificazione univoca, ma la letteratura psicologica individua alcune tipologie principali:
Il risentito → spesso un ex partner che cerca vendetta per la fine della relazione.
Il bisognoso d’affetto → ricerca ossessivamente una relazione, fraintendendo ogni gesto della vittima.
Il corteggiatore impacciato → incapace di relazionarsi in modo sano, diventa invadente e oppressivo.
Il predatore → mosso da motivazioni sessuali, spesso più pericoloso per le reazioni di paura che provoca.
In generale, lo stalker presenta problematiche affettive e relazionali che non sempre corrispondono a un quadro psichiatrico definito.
Le vittime di stalking: conseguenze psicologiche
Chi subisce stalking sperimenta emozioni intense e dolorose:
ansia e stress costante,
rabbia, paura e vergogna,
disturbi del sonno,
isolamento sociale,
senso di colpa per ciò che accade.
Col tempo, queste condizioni possono degenerare in patologie psichiche, peggiorando drasticamente la qualità della vita.
Secondo l’Istat (2007), in Italia oltre 1 milione e 100mila donne hanno subito stalking, in gran parte da parte di partner o ex partner, confermando la forte connessione con la violenza di genere.
Cosa fare se si è vittima di stalking
Il primo passo è prendere consapevolezza del problema. Se le condotte persecutorie persistono, ecco alcune azioni concrete:
Dire no e non alimentare le aspettative dello stalker.
Non mostrare paura o rabbia nei confronti dell’aggressore.
Conservare le prove (messaggi, screenshot, lettere).
Denunciare alle Forze dell’Ordine entro 6 mesi dall’ultimo episodio (art. 612-bis c.p.).
Nei casi di flagranza, la polizia giudiziaria può procedere all’arresto.
Istanza di ammonimento al Questore, che può diffidare lo stalker.
Richiedere al giudice misure cautelari come:
allontanamento d’urgenza dalla casa familiare,
divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima,
divieto di contatto con la persona offesa.
Infine, è importante rivolgersi a un professionista della salute mentale se la situazione genera ansia, depressione o stress difficili da gestire da soli.
Comprendere come il nostro corpo e la nostra mente reagiscono in condizioni di minaccia o persecuzione è un passo essenziale per aumentare la capacità di difendersi. Allo stesso tempo, avere a disposizione strumenti pratici di protezione, come un’app di sicurezza personale, offre un supporto concreto e immediato. La combinazione tra preparazione psicologica e tecnologia diventa quindi una risorsa preziosa per affrontare episodi di stalking e gestire con maggiore prontezza situazioni potenzialmente pericolose.




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